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Il Compendio delle Morti Romanzo di Alfio A. Bertoni
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Il Compendio delle Morti Romanzo di Alfio A. Bertoni
 
 
Il Compendio delle Morti romanzo di Alfio Bertoni  

Il Compendio delle Morti
Il romanzo sugli ultimi giorni di Gorizia
scritto da Alfio A. Bertoni


Edizioni Segno

Il romanzo è ambientato a Gorizia, una città dalla storia illustre e poco nota, una città oggi in declino. Ed è proprio dalla storia di Gorizia che il protagonista, Carlo, pur limitato da una cultura liceale mal digerita, tenta di trarre ispirazione per un romanzo storico. Scrittura inconcludente, perché troppi personaggi, ispirati a persone reali, vi trovano la morte in modo crudele e morboso prima del completamento di ogni capitolo. Carlo vive in una falsa realtà che coinvolge ogni sua percezione e la città in decadimento sembra riflettere e assecondare i malumori di Carlo, dai quali non possono salvarsi i concittadini, prigionieri e vittime dei suoi incubi e del suo disprezzo.

La casa editrice Edizioni Segno apre con questo romanzo la nuova collana Segno Fantasy dedicata ai testi di Fantasy e di Fantascienza.

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Il Compendio delle Morti Romanzo di Alfio A. Bertoni
Il Compendio delle Morti Romanzo di Alfio A. Bertoni

La valutazione complessiva di quest'opera, complicata nell'architettura e ricchissima di temi e di personaggi, richiede una visione preliminare della struttura, ispirata alle Sacre rappresentazioni medioevali. La storia di Carlo viene intercalata dai suoi scritti, come i canti e le preghiere nei testi antichi, con funzione di intermezzo e commento.

Il romanzo è ambientato a Gorizia, una città dalla storia illustre e poco nota, una città oggi in declino, una città spopolata e sonnolenta, una città dove impera il "No se pol".

Il protagonista di questo triller, Carlo, viene accompagnato all'Ultima prova dalle personificazioni di Raffaele e Asmodeo l'angelo e il diavolo delle Sacre rappresentazioni.

Il Compendio delle morti è in realtà costituito da un nucleo narrativo fondamentale, che descrive l'ultimo giorno di vita di Carlo, ampliato mediante un gran numero di narrazioni accessorie dovute alla penna stessa di Carlo: Il compendio della storia di Gorizia. Gli scritti di Carlo, un vero romanzo nel romanzo, sono ispirati da fatti appartenenti alla storia della città, avvenimenti e descrizioni spesso dimenticati, ma noti a coloro che conoscono i molti testi, studi, lettere e articoli di interesse locale.

Carlo, come autore de Il compendio della storia di Gorizia riscrive alcuni, secondo lui, momenti topici della storia cittadina, partendo dalla morte di Leonardo, ultimo conte di Gorizia, per arrivare ai giorni nostri. La sua propensione al pessimismo lo porta a scelte negative, a descrivere avvenimenti spesso mortali. Emergono, negli scritti di Carlo, le frustrazioni da storico mancato, una passione infantile per la mitologia, il disprezzo per i concittadini.
Per la descrizione dei suoi personaggi, Carlo utilizza come modello le persone che lo circondano, sempre le stesse.
L'odio nei confronti degli altri lo porta però alla soppressione violenta dei suoi personaggi.
«Quante volte mi hai ucciso nel tuo libro?», gli chiederà il fratello Ezio.

Il Compendio delle Morti, romanzo di Alfio Bertoni

Anche la bella invenzione letteraria di un testamento siglato da Leonardo, non è sviluppata da Carlo nelle sue possibili valenze per ulteriori spunti romanzeschi, ma viene da lui inaridita e il documento perde via via ogni valore narrativo, per essere alla fine museificato.

Carlo, il protagonista del Compendio delle morti, è un uomo invecchiato prematuramente, incattivito dalla miseria, prigioniero della depressione. Egli vive in una falsa realtà che coinvolge ogni sua percezione, che la città in decadimento sembra riflettere e assecondare nei suoi malumori. Non c'èpossibilità si salvezza per i concittadini, prigionieri e vittime dei suoi incubi e del suo disprezzo.

Tra i condannati, il figlio Luigi, a cui è vietato crescere; due donne, una ridotta a mendicare i ricordi della figlia uccisa e l'altra costretta ad amare contro la sua volontà. Umberto, un ambiguo compagno d'infanzia, e Dino, l'ubriacone che con Carlo condivide, incomprensibilmente, i pensieri più intimi.

Un grande astio Carlo lo prova per il gemello Ezio; è geloso di lui perché forse un tempo fu il preferito dal padre, ed è proprio su Ezio che si scaglierà maggiormente il livore di Carlo.

La crudeltà, dapprima scatenatasi ciecamente sui personaggi del libro, diverrà consapevole e reale anche per i concittadini. La crudeltà di chi sa di poter essere crudele senza dover presentare giustificazioni.

Il Compendio delle Morti Romanzo di Alfio A. Bertoni
 
 
IL COMPENDIO DELLE MORTI DI ALFIO A. BERTONI

Alfio A. Bertoni (a quella seconda “A.” ci tiene!), nato a Pola nel 1945, diplomato all'Accademia di Belle Arti di Venezia, è noto ai goriziani per due grandi passioni: il teatro e i libri, visto che fra gli anni Settanta e Ottanta si era impegnato a Gorizia nella regia di numerosi spettacoli teatrali (dopo anni in giro per l'Italia) e nella gestione di una libreria in Corso Italia. Due passioni poi messe a tacere per aver scelto una tranquilla vita familiare e un impiego nella Soprintendenza ai beni architettonici e storici di Trieste, della quale resse fino a pochi anni fa l'ufficio di Gorizia.
Ma le passioni, si sa, non si possono e non si fanno nemmeno spegnere, covano a lungo giovandosi anche del tran-tran dell'ufficio (anzi l'ufficio funge da potente incubatoio, penso a Pessoa, nel suo ufficio di Lisbona!) e si ripresentano, giovani e belle, quando la famiglia, il lavoro, e forse altre noiose piccole incombenze sono risolte. Bertoni in questi anni ha continuato a leggere (e forse a scrivere per sé), a farsi circondare dai suoi amati libri, a scoprire anche altre letture, quelle - fatte per dovere d'ufficio - sulla storia goriziana.
Catalogo Generale della Fantascienza a cura di Alfio Bertoni e Gianluigi MissiajaForse vale la pena ricordare qui la prima pubblicazione di Bertoni, coadiuvato dall'amico Gianluigi Missiaja, e cioè il Catalogo generale della fantascienza, edito nel 1968 quasi alla macchia in sole 104 copie ciclostilate (e infatti non è censito nella banca dati del Servizio Bibliotecario Nazionale). Sono 316 pagine, in grande formato, che contengono la prima bibliografia italiana dei libri di fantascienza editi in Italia: solo una decina di anni dopo uscirà da Fanucci la bibliografia di Gianni Pilo, che si avvale del lavoro pionieristico di Bertoni, fatto si può ben dire “in casa”. Infatti a casa sua andava raccogliendo una magnifica biblioteca di fantascienza, che quando si decise a cederla contava all'incirca 6000 volumi (la fonte è ovviamente Bertoni stesso, e mi dispiace davvero non essere riuscito ad ammirare quella biblioteca nella pienezza delle sue funzioni, ma penso che le librerie non rimarrano a lungo vuote...).
Bertoni quindi è già uomo di molti libri, non importa se letti, descritti o scritti, come è il caso di questo Compendio, uscito nel settembre 2011 sotto la sigla delle Edizioni Segno (con sede a Feletto Umberto -Tavagnacco). Il volume, di un formato non proprio tipico per un romanzo di 391 pagine, inaugura la collana “Segno Fantasy” e questo spiega subito il tipo di storia raccontata da Bertoni.
Sono due romanzi che si inanellano uno nell'altro, quasi senza accorgersi. Per Bertoni è un unico romanzo, quello che chiamiamo “secondo romanzo” (che si intitola “Dal compendio della storia di Gorizia di Carlo Begardi”, il cui inizio è a p.23 e che per distinguerlo dal primo è pure stampato con un carattere più neretto), è il riposo dello scrittore, una sorta di rapido cambio di scena a vantaggio di un argomento, almeno a considerare il titolo, più serio: un teatro nel teatro, che dal Cinquecento giunge fino agli anni Cinquanta dello scorso secolo, con una cronaca, esilarante in alcuni punti, dei preparativi per la mostra sul Settecento goriziano di Palazzo Attems. Confessa Bertoni, quasi per dare il tempo al personaggio principale, appunto Carlo Begardi, restauratore di carte antiche, di “cambiare la scena”, di passare a un'altra storia.
Biblioteca personale di Alfio Bertoni Ciononostante la storia si svolge in un'area ristretta di Gorizia, ma di un indubbio fascino, dall'antico ghetto alla chiesa dei Gesuiti (c'è spazio anche per le segrete di palazzo Werdenberg), nella stagione invernale.
Inutile aggiungere che le morti delle persone e lo sbriciolamento dei palazzi sono presenti quasi in ogni pagina, altrimenti che “fantasy” sarebbe, ma per fortuna non c'è alcun poliziotto preposto alle indagini, le persone muoiono un po' come le foglie, forse per rinascere in un'altra stagione. Ma le morti, poi, sono effettive o esistono solo nella mente malata, schizofrenica, del protagonista, un odioso Carlo, che alla fine così spiega il suo comportamento (p. 388): “... I miei personaggi sono dei falliti. La cosa migliore che possa accadere loro è morire.”. E non a caso nel testo sono citati Ionesco (due volte, che Bertoni ha avuto modo di conoscere personalmente) e Pirandello (una volta). Abbondanti anche gli ampi squarci storici, mitologici, perfino glottologici, che dimostrano la vastità e la profondità delle letture, che fanno di questo romanzo una prova estrema dell'amore che Bertoni ha per Görz, non per la Gorizia che gli è toccato in sorte di vivere.

Prof. Marco Menato

 
Il Compendio delle Morti Romanzo di Alfio A. Bertoni
 
Il Compendio delle Morti, di Alfio A. Bertoni

Come preannuncia il titolo si tratta certamente di una bella collezione di morti ammazzati in questo primo romanzo di Bertoni.
Ma non è questo che ne fa un noir singolare.
Anche perchè non si tratta quasi mai di capire chi sia stato il colpevole o di indagare sul movente del delitto.
Nell'ambito del noir Mediterraneo in cui si colloca senza incertezze quest'opera, è l'ambiente il protagonista in scena, con tutti i suoi articolati risvolti: sociali, culturali, storici.
Abbiamo qui un contesto di tutto rispetto: la città di Gorizia, per parecchi secoli terra di confine, soggetta anche per questo motivo a cicli di grandezza e di declino.
La città è il grande teatro di ogni azione del racconto, e i numerosi episodi del passato ne fanno quasi un saggio di storia della città.
Arrivati in fondo alla lettura è inevitabile maturare la curiosità di visitare questo illustre sito, ai margini forse dei più popolari circuiti turistici, e di approfondirne i segreti.
La scrittura è piana e sobria, impreziosita qua e là da termini di una ricercatezza inconsueta.
L'intreccio e il contrappunto tra passato e presente sono il principale connotato della struttura del romanzo.
Le vicende del protagonista al tempo attuale, Carlo, sono il frutto di circostanze che risiedono in una serie di episodi del passato.
Episodi di cui Carlo stesso è il romanzesco autore.
Si riproduce in tal modo il paradosso rappresentato dal famoso disegno di Escher in cui una mano disegna la mano da cui è a sua volta disegnata.
Il verosimile e il fantastico sono continuamente in gioco.
Il sovrannaturale, o anche semplicemente il sogno, o la percezione alterata della realtà, irrompono nella normalità del quotidiano, spesso pilotati da osservazioni e analogie che rimandano alla mitologia classica, alla iconografia cristiana e alle sue fantasiose appendici angeliche e demoniache.
Infine sembra di avere a che fare con il frutto di una riflessione sulla dualità fra il male e la bellezza.
Non che si pretenda di discutere o di suggerire un confronto fra etica ed estetica, ma la tensione che tiene insieme tutte le pagine e le vicende del romanzo sembra dovuta al campo d'azione di questi due poli.
Da una parte il male: pervasivo, irrazionale, segreto o spettacolare, intimo o collettivo.
Dall'altra parte la bellezza dovuta alla storia, all'ingegno e all'opera dell'uomo.
Carlo, il protagonista, partecipa drammaticamente a questa bivalenza.
Nasce predestinato al male, senza apparenti giustificazioni e senza capacità di opposizione.
Ma giorno per giorno coltiva con attenzione prioritaria la memoria per le vicende storiche e la cura per i frutti dell'abiltà dell'uomo: la scienza, la letteratura, l'arte in tutte le loro mirabili manifestazioni.
Non crediamo affatto che assisteremo agli ultimi giorni di Gorizia, come recita un catastrofico sottotitolo.
Al contrario abbiamo un brillante contributo per una progressiva riscoperta e divulgazione di un pregevole territorio di cui, come cittadini italiani, dovremmo essere più consapevoli e orgogliosi.
Questo è quanto sinceramente ci auguriamo.

Ing. Franco Spilotro

 

 
Il Compendio delle Morti Romanzo di Alfio A. Bertoni
 
 
Presentazione del libro Il Compendio delle Morti di Alfio Bertoni Alfio Bertoni e Vincenzo Compagnone alla presentazione del romanzo Il Compendio delle Morti
Alfio Bertoni (a sinistra) e Vincenzo Compagnone alla presentazione del romanzo Il Compendio delle Morti, 7 ottobre 2011

Alfio Bertoni e Vincenzo Compagnone alla presentazione del romanzo Il Compendio delle Morti
Un momento della presentazione del romanzo Il Compendio delle Morti, 7 ottobre 2011
 
Il Compendio delle Morti Romanzo di Alfio A. Bertoni
 
 

Romanzo "Il Compendio delle Morti"
Bertoni, debutto all'insegna dell'horror-fantasy

 
Articolo sulla presentazione del romanzo Il Compendio delle Morti, 5 ottobre 2011
Articolo da Il Piccolo, del 5 ottobre 2011
Opera prima di Alfio A. Bertoni, in uscita nelle librerie in questi giorni, "Il Compendio delle Morti" (edizioni Segno, 394 pagg., euro 20) è, da princio a fine, un romanzo goriziano. Goriziana, innanzi tutto, è l'ambientazione. Goriziano è, poi, l'autore, che lascia emergere per la sua città un amore profondo e pregno di nostalgia. Goriziano, soprattutto, è il protagonista del libro, Carlo Begardi, restauratore di manoscritti, stampe e carte antiche, animato da una passione autentica per la storia locale, che, tuttavia, non va oltre uno scolastico nozionismo. Goriziano, infine, è il romanzo nel romanzo, ossia il "Compendio della storia di Gorizia", parallelo al romanzo vero e proprio, e scritto in una grafia differente - che rappresenta il tentativo da parte di Begardi, di redigere, appunto, una storia della sua città con esiti positivi all'inizio ma via via sempre più deludenti. Bertoni, infatti, fa sì che il protagonista perda l'ispirazione, lo smalto fino a imballarsi del tutto e fermarsi: realtà e finzione finiscono così, sempre più, per fondersi e confondersi dando vita non tanto ad un thriller, quanto ad un horror fantasy caratterizzato dalla ricerca di una verità. Infarcito di simboli, di richiami alla mitologia e ai tesori di Gorizia, molti dei quali perduti, il romanzo, volutamente complesso nella struttura, e ricco di temi e personaggi, si sviluppa nell'arco di 24 ore che si riveleranno l'ultimo giorno di vita di Carlo Begardi. Un protagonista, peraltro, connotato da un nichilismo feroce da cui l'autore prende le distanze. La presentazione de "Il Compendio delle Morti" avrà luogo venerdì alle ore 17, al palazzo della Provincia, con l'autore intervistato dal giornalista Vincenzo Compagnone.
Alex Pessotto
 
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Codice ISBN: 9788861384132

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